Works

La serie “Il Caos” (2008-2010) scaturisce da una riflessione sullo stato dell’architettura contemporanea e dalla rilevazione del disagio con cui l’uomo si rapporta al proprio habitat, un paesaggio antropizzato in cui il virtuosismo della progettazione sembra aver preso il sopravvento sulla destinazione d’uso. Quest’eccesso di razionalità teoretica e autoreferenziale si traduce nel suo opposto, la follia di meravigliose città autistiche dove lo spazio è completamente saturato da edifici in cui è impossibile abitare.

Nella serie “Interior Design” (2017) una grafica continua racconta la claustrofobica crescita di città immaginarie in cui l’addizione ossessiva dei segni incontra l’impenetrabilità di un campo cromatico puro che ne vorrebbe arginare l’espansione. L’incontro tra questi due codici apparentemente incompatibili sembra prefigurare la catastrofe dell’errore totale di sistema e genera visionari paesaggi post-human.